il primo festival europeo dedicato alla creatività e alla nascita delle idee

IL FESTIVAL ALLA MENTE RACCONTATO DAGLI STUDENTI

 

Reportage realizzato nell'ambito del progetto speciale "MoviMenti" del percorso di alternanza scuola-lavoro "ZOOM".

 

Le vie di Sarzana riacquistano vita, colori e rumori, animandosi di creatività ed emozioni, grazie ad una nuova edizione del Festival della Mente, appuntamento di fine estate, che ogni anno attrae la curiosità di migliaia di visitatori di tutte le età e parti di Italia.

Tema di quest’anno solo le reti, e quello che vogliamo raccontare oggi sono le reti di opinioni, commenti e valutazioni, raccolte tra visitatori e appassionati, che fin dalle prime ore del mattino formano code per attendere l’inizio dell’evento a cui intendono prendere parte.

 “Le parole sono una rete per catturare la bellezza”: questa citazione del drammaturgo Tennessee Williams racchiude in sé lo spirito di questa edizione del festival. Per rete si intende tutto ciò che è capace di raccogliere insieme parole, suoni, immagini, opinioni e idee di scienziati, scrittori o artisti, trasmettendo il valore della cultura e della conoscenza. La vera bellezza risiede nelle arti, nella filosofia, nella psicologia, nella letteratura, nella scienza e in tutto ciò che è prodotto della mente umana; ma sono davvero tutti in grado di percepire questa bellezza?

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Persone da tutte le parti d’Italia, infatti, accorrono per partecipare alla manifestazione; così tanti da risultare in maggioranza rispetto agli abitanti del luogo. “Siamo di Reggio Emilia ma ogni anno la tappa a Sarzana è d’obbligo”: così raccontano Romano, professore di matematica, e la moglie Milla. I due, attratti dalle numerose conferenze in ambito scientifico, oltre ad apprezzare il festival hanno anche scoperto una bellissima cittadina che hanno così rivisitato in seguito al di fuori dell’evento.

 

Un’ottima opportunità per rinfrescare i neuroni, dopo la pausa estiva, in preparazione alla stagione invernale” ci dicono Anna (46) e Giovanni (48), insegnante di scuola primaria lei e programmatore informatico lui, abituali frequentatori del Festival dall’edizione del 2012. Questa coppia di Sanremo, incontrata tra gli ascoltatori della conferenza dal titolo “Vivere la guerra e raccontarla” di Elliot Ackerman e Imma Vitelli, riassume la propria esperienza al Festival con la parola “stimolante”. Sempre soddisfatti e affascinati dalle proposte degli oratori ospitati, si rammaricano, però, di avere poco tempo a disposizione per porre domande ai relatori, non potendo così approfondire i punti della conferenza dai cui sono stati maggiormente coinvolti.

 

Tra i molti festival culturali italiani, quello di Sarzana rientra tra i preferiti di Giuseppe (57), direttore di banca a Genova, che ogni anno partecipa a tutte le tre giornate. Giuseppe giudica il Festival un’esperienza sempre positiva, interessante e ricca di spunti anche per il suo ambito lavorativo, pur facendo notare la scarsa presenza di giovani, che, a suo avviso, sono poco attratti da questo tipo di iniziative; il suo augurio è che nelle prossime edizioni siano più coinvolti.

 

Abbattendo questo stereotipo, Giulia ed Elisa, due ventenni universitarie, fortemente attratte dalla conferenza di Barbero, si dissociano in questo modo dalla maggior parte dei giovani. Pur non avendo vaste conoscenze in materia, le due ragazze credono che gli incontri con i relatori costituiscano appunto un’occasione per imparare qualcosa di nuovo, permettendo di usufruire dell’esperienza di chi ne sa di più.

"Siamo da poco usciti da un evento, veniamo spesso al festival, d’altronde siamo di qua» raccontano Davide e Marta, una coppia di studenti universitari, 20 anni, di Sarzana. «Seguiamo gli incontri che più si avvicinano ai nostri interessi, alle nostre passioni o a ciò che studiamo all’università, per avere una conoscenza sempre più completa degli argomenti. Non riusciamo a comprendere perché ci sia così poca partecipazione giovanile: noi abbiamo sempre frequentato il festival".

 

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Al contrario, il giovane cameriere di uno dei ristoranti di piazza Matteotti, coetaneo delle due ventenni, si differenzia da loro non avendo mai avuto l’interesse di partecipare al festival. Il ragazzo ha comunque un’opinione positiva dell’evento e apprezza il fatto che Sarzana si popoli di persone, risplendendo di una luce nuova che la esalta in ogni suo aspetto.

Questa vitalità, come già detto, ha effetti positivi anche sul fronte economico-commerciale: la crescita del numero di turisti equivale ad un aumento degli acquirenti. "A livello commerciale è sicuramente un’ottima cosa; dal punto di vista culturale anche. Se non fossi sempre impegnato dalla mia attività mi piacerebbe partecipare"; così commenta il festival Simone, dal proprio tabacchino in via Mazzini. Favorevole a questo genere di iniziative, sostiene che dovrebbero essere incrementate per valorizzare al meglio la cittadina stessa.

 

Com’è palpabile, la presenza è accompagnata dall’entusiasmo, mentre l’assenza dal mistero. C’è chi partecipa in prima persona alle conferenze, chi, anche se non direttamente coinvolto, apprezza comunque la vitalità della cittadina o chi ne trae beneficio economico; altri invece dimostrano di essere totalmente indifferenti o addirittura contrari all’evento.

 

Il successo conseguito fino alla quattordicesima edizione del festival e il timore diffuso in seguito agli attentati terroristici degli ultimi mesi hanno portato all’aumento delle misure di sicurezza nei luoghi dell’evento: camionette della polizia locale e imponenti dissuasori del traffico stanziano nelle vie di accesso principali alla piazza del Comune, e non solo.

Durante le prime ore dalla loro apparizione sono state interpretate come precauzioni a problemi che non tutti avevano preso in considerazione. Da qui i primi dubbi: se partecipare alle conferenze, anche se già prenotate, o evitare gli eventi più affollati, tranquillizzandosi semplicemente con un sonoro “Piuttosto che a Sarzana gli attentati li fanno a Roma.” Non è per sminuire questa bellissima, seppur piccola città, ma per continuare a promuovere la cultura oltre la paura.

Nonostante “la rete di paura” diffusasi in un primo momento in città, gli abitanti di Sarzana – e non solo – non si sentono blindati dentro il centro, ma semplicemente più al sicuro. Meglio così. Non ci sono stati significativi cali nella partecipazione agli eventi in programma al festival, solamente maggiore attenzione nei momenti di sovraffollamento nelle piazze. In un mondo dove muri e filo spinato sono all'ordine del giorno trovare delle barriere nelle strade della propria città suscita in tutti profonde riflessioni.

 

Le opinioni spaziano da un estremo all’altro. Il Festival della Mente ha suscitato in ogni persona un parere differente; di certo non è qualcosa che passa sotto silenzio: genera scalpore tra le persone e forti cambiamenti tra le vie della città. È davvero capace di catturarne la bellezza?

La città indubbiamente sì. Il fascino del sapere è in grado di tirare fuori il meglio di Sarzana: la cittadina rinasce, piena di allegria e di spirito di iniziativa. Anche chi non partecipa direttamente al festival beneficia ugualmente di questo suo momento aureo, durante il quale il borgo offre opportunità di ogni genere e grandi vantaggi economici ai commercianti, grazie alla vasta affluenza di turisti.

Seguire questo tipo di evento dal punto di vista della gestione ci ha fatto sentire tutta la passione che anima organizzatori, visitatori, relatori e volontari, e li porta, ogni anno, edizione dopo edizione, a colorare la città di Sarzana con la loro curiosità.

 

 

Dai reportage di:

Sara Argiolas

Simona Esposito

Carlotta Fenelli

Alice Fiorentini

Francesca Fiorino

Silvia Martini

Ilaria Tori

Greta Toracca

Teresa Trovatelli

Carolina Viti

 

In collaborazione con il Liceo Costa e gli Istituti scolastici Capellini/Sauro, Cardarelli e Fossati/Da Passano.

 

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