Programma 2011
Evento n.7
Alessandro Barbero
Come pensava un uomo del Medioevo? Il frate
Salimbene da Parma era un francescano che si vergognava di chiedere l’elemosina perché, essendo nato nobile, avrebbe dovuto andare a cavallo, divertirsi nei tornei e farsi apprezzare dalle belle donne. Da giovane aveva creduto ciecamente alle profezie sulla fine del mondo, ed era rimasto molto male scoprendo che non erano vere. Si commuoveva fino alle lacrime davanti all’umiltà del re di Francia San Luigi, ma non riusciva a non ammirare il geniale imperatore Federico II, scomunicato. Scriveva in un latino infarcito di citazioni bibliche, ma pensava in dialetto padano. Non aveva riguardi per nessuno, e gli scappavano affermazioni per niente politically correct, come quando definì gli italiani del Sud “homines caccarelli et merdacoli”. Attraverso la sua monumentale Cronaca scopriamo che un frate medievale poteva essere molto più divertente e spregiudicato di quel che ci aspetteremmo.
Alessandro Barbero, storico e scrittore, è professore ordinario di Storia medievale presso l’Università degli Studi del Piemonte Orientale e Vercelli. Scrive su La Stampa e Tuttolibri. Collabora al programma televisivo Superquark e alle trasmissioni Passato e presente e a.C.d.C. in onda su Rai Storia. Tra le sue pubblicazioni: Benedette guerre. Crociate e jihad («i Libri del Festival della Mente», 2009), Donne, madonne, mercanti e cavalieri. Sei storie medievali («i Libri del Festival della Mente», 2013), Le parole del papa (2016), Caporetto (2017) e Dante (2020), usciti per Laterza; Gli occhi di Venezia (2011) e Le Ateniesi (2015), usciti per Mondadori; Dietro le quinte della Storia, con P. Angela (Rizzoli, 2012); Costantino il vincitore (Salerno, 2016); Il divano di Istanbul (2011), Alabama (2021) e Poeta al comando (2022), usciti per Sellerio.
Evento n.26
Franco Borgogno
Nel cuore e nella mente propri e altrui. Il percorso di un analista fra tradizione e creatività

Evento n.37
Sonia Bergamasco, Fabrizio Gifuni
Una quieta giornata di sole. Attilio Bertolucci e Pier Paolo Pasolini, un’amicizia in versi
