Programma 2013
Evento n.16
Adolfo Ceretti, Massimo Cirri
Nuove paure, vecchie paure
Oggi, per molti motivi – indagati da filosofi, sociologi, politologi e, non ultimi, criminologi –, lo Stato ha perso la propria centralità e le protezioni (reali e simboliche) che esso garantiva si stanno disperdendo. È in questo momento di crisi che la paura della violenza, contenuta dal potere punitivo statuale, ri-emerge in modo virulento, come segnale d’allarme, indicando la necessità di restaurare il progetto moderno o di individuarne un altro in grado di non abbandonare le persone, a partire dalle meno capaci e più indifese. Non sono mai esistite società che non abbiano nella loro trama i fili delle paure. Continuamente sciolte e costantemente riannodate, spesso scientificamente coltivate per dirigere la costruzione del consenso. Il dialogo fra un criminologo e uno psicologo perché esaminare le paure, nuove e vecchie, permette di guardare e forse capire alcuni mutamenti del presente.
è professore ordinario di Criminologia all’Università di Milano-Bicocca, segretario generale aggiunto della Società Internazionale di Prevenzione e Difesa Sociale, coordinatore scientifico dell'Ufficio di Mediazione penale di Milano. Tra le sue pubblicazioni: Proprietà e sicurezza (con R. Cornelli, Giappichelli, 2007); Cosmologie violente. Percorsi di vite criminali (con L. Natali, Raffaello Cortina Editore, 2009); Oltre la paura. Cinque riflessioni su criminalità, società e politica (con R. Cornelli, Feltrinelli, 2013).
Massimo Cirri è psicologo e giornalista. Ha lavorato per venticinque anni nei servizi pubblici di salute mentale. È autore e voce di Caterpillar, Rai Radio 2. Ha scritto Un'altra parte del mondo (Feltrinelli, 2016), Sette tesi sulla magia della Radio (Bompiani, 2017) e con Chiara D’ambros Quello che serve. Una storia di malattia, cura e Servizio Sanitario Nazionale (Manni, 2022).
Evento n.18
Stefano Bartezzaghi, Massimo Recalcati
Eredi o creativi? L’arte al tempo delle generazioni sperdute

Evento n.32
Francesca Alfano Miglietti, Antonio Marras
Nulla dies sine linea. Nessun giorno senza prendere la matita in mano

















